annagiglola
martedì 22 agosto 2017
domenica 6 agosto 2017
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lunedì 19 ottobre 2015
poesie tracce 1
Tracce 1
La poesia è quel lampo che fa sentire nell’uomo – nel
suo perire – la verità del suo essere immortale
Giuseppe Ungaretti
La nostra epoca si trova a dover fare i conti con una condizione esistenziale di intrinseca precarietà: l’uomo sembra una goccia di rugiada appesa ad una foglia, assume una forma di costante instabilità. Vive come colui che sta per cadere, che sta per lasciare la presa. Ogni sua creazione autentica sembra derivare dal suo “essere in questione”, piuttosto che dal suo rapporto concreto con il mondo: manifestazione di un vuoto, di una mancanza, di un’assenza che si sviluppa nell’eterna ricerca di “un” sé. Lacan rovescia definitivamente il vecchio «penso, dunque sono» di Cartesio in «se penso, non sono», in quanto l’essere si agita, appunto, al di sotto e prima della patina del razionale, dell’ammissibile, del comprensibile. L’uomo sfugge a se stesso, alla sua stessa presa, particolarmente a quella della ragione; dei suoi percorsi non possiamo, ormai, che seguirne soltanto le tracce… In questa prospettiva, le opere raccolte in questa collana poetica, diventano tracciati concreti che affiorano nell’incanto fonico o si rapprendono nel dispotismo ritmico-musicale; tensione e grido strappati alla sintassi in microcosmi semantici, con la leggerezza di una foglia nel brusio dell’esistenza. Sono forme inspiegabili che alludono – senza raccontare – ad un passato smarrito e lasciano traccia indelebile; ideogrammi sconosciuti sciolgono o imprigionano il lettore in un enigma che ci ricorda, parafrasando Ungaretti, che «La poesia è quel lampo che fa sentire nell’uomo – nel suo perire – la verità del suo essere immortale».
Autori:
ADRIANO
GIANFRANCO ANTUONO
DAVID BALDASSARRI
SAVERIO BIASCI
DELIA CARAVANA
ROBERTA CAREDDU
CARLA CESARO
MARIA FELICETTI
ENRICO FRATINI
EMANUELE GAGNOR
ANNA MARIA GIGLIOLA
DAVIDE GIRELLI
ADRIANA LA FORGIA
Giuseppe Ungaretti
La nostra epoca si trova a dover fare i conti con una condizione esistenziale di intrinseca precarietà: l’uomo sembra una goccia di rugiada appesa ad una foglia, assume una forma di costante instabilità. Vive come colui che sta per cadere, che sta per lasciare la presa. Ogni sua creazione autentica sembra derivare dal suo “essere in questione”, piuttosto che dal suo rapporto concreto con il mondo: manifestazione di un vuoto, di una mancanza, di un’assenza che si sviluppa nell’eterna ricerca di “un” sé. Lacan rovescia definitivamente il vecchio «penso, dunque sono» di Cartesio in «se penso, non sono», in quanto l’essere si agita, appunto, al di sotto e prima della patina del razionale, dell’ammissibile, del comprensibile. L’uomo sfugge a se stesso, alla sua stessa presa, particolarmente a quella della ragione; dei suoi percorsi non possiamo, ormai, che seguirne soltanto le tracce… In questa prospettiva, le opere raccolte in questa collana poetica, diventano tracciati concreti che affiorano nell’incanto fonico o si rapprendono nel dispotismo ritmico-musicale; tensione e grido strappati alla sintassi in microcosmi semantici, con la leggerezza di una foglia nel brusio dell’esistenza. Sono forme inspiegabili che alludono – senza raccontare – ad un passato smarrito e lasciano traccia indelebile; ideogrammi sconosciuti sciolgono o imprigionano il lettore in un enigma che ci ricorda, parafrasando Ungaretti, che «La poesia è quel lampo che fa sentire nell’uomo – nel suo perire – la verità del suo essere immortale».
Autori:
ADRIANO
GIANFRANCO ANTUONO
DAVID BALDASSARRI
SAVERIO BIASCI
DELIA CARAVANA
ROBERTA CAREDDU
CARLA CESARO
MARIA FELICETTI
ENRICO FRATINI
EMANUELE GAGNOR
ANNA MARIA GIGLIOLA
DAVIDE GIRELLI
ADRIANA LA FORGIA
domenica 11 ottobre 2015
dolce
Shendetli, un dolce tipico albanese al miele
L’inverno si
presta molto bene a preparare un dolce tipico albanese al miele. Oggi vi scrivo
la ricetta di shendetli, torta con miele e noci.Ingredienti:
Per l’impasto:
Farina 500gr( circa 3 bicchieri), zucchero 170 gr (circa 1 bicchiere), miele 2-3 cucchiai,2 uova, lievito ( o bicarbonato mezzo cucchiaino) , noci tritate 100 gr ( potete mettere di più o di meno, a vostro piacere) burro 200 gr sciolto, acqua 2 tazze da caffè, cacao 1 cucchiaino ( solo per dare colore).
Per l’impasto:
Farina 500gr( circa 3 bicchieri), zucchero 170 gr (circa 1 bicchiere), miele 2-3 cucchiai,2 uova, lievito ( o bicarbonato mezzo cucchiaino) , noci tritate 100 gr ( potete mettere di più o di meno, a vostro piacere) burro 200 gr sciolto, acqua 2 tazze da caffè, cacao 1 cucchiaino ( solo per dare colore).
Per lo
sciroppo:
Zucchero 3 bicchieri, acqua 2 bicchieri e mezzo, vaniglia
1 tuorlo d’uovo per spennellare la superficie.
Zucchero 3 bicchieri, acqua 2 bicchieri e mezzo, vaniglia
1 tuorlo d’uovo per spennellare la superficie.
In un contenitore si mescolano bene le
uova, lo zucchero, il miele, il burro fuso, l’acqua e alla fine si aggiungono
le noci. Da parte si mescola la farina con il lievito e il cacao (si può anche
non mettere) e si aggiunge all’impasto precedente. Lavoriamo l’impasto ma non
troppo. Imburriamo la teglia e travasiamo l’impasto. Spennelliamo la superficie
con il tuorlo d’uovo e si mette in forno per circa trentacinque minuti.
Per vedere se la torta è cotta o no,
facciamo la prova dello stuzzicadenti. Una volta cotta si lascia raffreddare.
Nel fra tempo prepariamo lo sciroppo. In una pentola facciamo bollire l’acqua
con lo zucchero e la vaniglia. Quando raggiunge l’ebollizione, si lascia
raffreddare. Tagliamo la torta a rombi, e la bagniamo con lo sciroppo tiepido.
Se non vi piacciono i sapori troppo dolci, vi consiglio di non usare lo
sciroppo, il dolce è buonissimo anche senza.
giovedì 26 marzo 2015
giovedì 19 marzo 2015
martedì 17 marzo 2015
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